Giocare con immagine e suono, raccontare i territori in questo tempo che pare uno sfinimento dei mondi, essere voce delle storie profonde dei luoghi dove si è passati per caso o si è rimasti a vivere senza essere parte, o sentire ancora la voce lontana dei posti che ci hanno visto nascere; fare che la memoria diventi canzone, sentire la propria voce fuori tempo, imprevedibile e stonata, sincronizzata chissà con altre forme di essere armonici. Eco delle impronte sonore delle terre su cui si mettono i piedi, questa voce è diventata meccanismo di speculazione e rito di invocazione per la Sirena che piange nei tempi dell’Antropocene. Questo è No Places Project, ricerca creativa transmediale di Sei Iturriaga Sauco.
No Places Project prosegue la sua esplorazione transmediale sul suono, il canto narrativo, i territori e l’identità nell’Antropocene con una residenza artistica presso Casa degli Artisti a Milano. Il progetto, ideato dalla scrittrice transmediale e ricercatrice messicana radicata in Italia, nasce da una serie di canzoni che raccontano storie vere legate a luoghi specifici, ponendo il suono come archivio di memoria e identità. In contrasto con il concetto di “non luogo” proposto da Marc Augé, No Places Project propone una visione molteplice dei territori e indaga la dimensione sonora e narrativa degli spazi attraverso un percorso transmediale.
Nel contesto della residenza, PI – videogioco musicale e performativo che introduce il concetto di album-game, in questo caso GameEP, prima opera del progetto realizzata insieme all’artista multimediale e sviluppatore italiano Alessio Alonne – diviene strumento di ricerca e produzione per la creazione di una serie di videosaggi transmediali che fungeranno da percorso narrativo del progetto. Questi contenuti, realizzati all’interno del videogioco, saranno il risultato di una collaborazione con il creatore visivo messicano Eduardo Bello, responsabile della produzione e del montaggio video. I videosaggi includeranno voci di artisti, scrittori, musicisti e musicologi, inserite nell’ambientazione di PI per costruire una metanarrativa speculativa sul rapporto tra spazio, suono e memoria.
Parte integrante della restituzione finale della residenza sarà The Cry of Sirens, un’installazione phygital sviluppata in collaborazione con la scultrice contemporanea polacca Monika Grycko. L’opera esplora uno degli elementi centrali della riflessione del progetto, in cui la figura della sirena è simbolo della relazione tra umano e natura, collocandola in uno spazio ibrido tra fisico e digitale. La scultura iperrealista di una sirena, nata come evocazione del mondo del videogioco, abiterà il ambiente transmediale del videosaggi come manifestazione della proposta dell’autrice di una nuova ontologia delle sirene – dal canto al silencio per arrivare al pianto-, metafora della tensione antropocenica nel contesto dell’ecologia e della postumanità.
Oltre alla produzione artistica, la residenza si aprirà alla comunità di Casa degli Artisti con una performance audiovisiva di PI, in cui il pubblico sarà coinvolto attivamente come giocatore e co-creatore musicale. Questa residenza rappresenta un momento chiave per No Places Project, consolidando la sua dimensione transmediale e interdisciplinare. L’intersezione tra videogioco, suono, scultura e narrazione digitale genera un’esperienza immersiva che interroga il nostro rapporto con il territorio e la memoria nel contesto dell’Antropocene, con uno sguardo più-che-umano, esplorando la fruizione musicale attraverso la tecnologia digitale e la narrazione speculativa.