Rosario Grieco – DATA SHAPES

Performance audio visiva dal vivo che utilizza elementi generativi in tempo reale

Questo progetto nasce con l’intento di esplorare nuove modalità di rappresentazione di quelli che possiamo definire i simboli del nostro tempo: i dati. Al contempo, mira a dare vita a un ambiente in cui suono, immagini e luci si contaminano, estendendo la componente visiva nello spazio e portando il mondo rappresentato al di fuori dello schermo, fino ad annullare il confine tra lo schermo e il contesto fisico. 

Immaginare uno spazio virtuale popolato di dati, dove poterli vedere e sentire, osservarne i movimenti, gruppi di informazioni che si aggregano e si disperdono, spingersi nella massa fino a poter focalizzare elementi specifici, un’esperienza sensoriale, una finestra aperta su un ipotetico punto di scambio, dove osservarli attraverso una lente di ingrandimento, riuscire a definirne i dettagli e vederli nella loro concretezza in modo da renderli più vicini e meno estranei.

Ascoltare e osservare questo sistema nella sua complessità del suo esistere, immaginarlo nei momenti di forte attività, quando si avvicina al suo limite

Tantissimi dispositivi elettronici sono in grado di produrre dati digitali, che vengono catalogati ed archiviati, diventando un’intima fotografia di quello che siamo. Persone, oggetti e insiemi più grandi, come quartieri, città, etc. producono e trasmettono costantemente informazioni.

Una possibile rappresentazione sonora e visiva di questi dati, quasi istintivamente fa pensare a una nuvola di informazioni, grandi quantità che generano masse di dati che riempiono lo spazio, in questo caso è l’elemento che sta alla base, la cellula che struttura il dato, ultimo elemento rappresentativo i numeri, che seguono la forma di chi li ha generati, ma in questo percorso, chi o cosa li ha prodotti poco importa, è solo un’altra informazione, quello che basta per definirli è una forma (SHAPE) che si completa attorniata dalla sua nuvola di dati (DATA).

Individuare le caratteristiche fondamentali per creare una suggestione dove dare vita a possibili modalità di espressione, immaginare un ambiente dove tutto questo davvero possa accedere

Il sistema in cui viviamo è fatto per alimentare costantemente punti di archiviazione, devono essere performanti, così nella rappresentazione, i passaggi sonori e visivi sono veloci, le forme e i dati sembrano fluttuare in uno spazio vuoto e infinito, in un sistema in continua evoluzione dove si mescolano e mutano costantemente la loro forma, interagiscono tra loro e lungo il percorso evolvono come a creare un insieme che li rende sempre più complessi.

La loro natura digitale ispira l’estetica sonora e visiva del progetto, come il digitale si fonda su due valori, zero e uno come a indicare la presenza e l’assenza, così il paesaggio sonoro viene concretizzato in un flusso costituito prevalentemente da impulsi, che sembrano evocare più segnali destinati a trasmettere informazioni, piuttosto che per essere ascoltati, diventando espressione della loro della loro rappresentazione.

Questo stesso principio ha caratterizzato anche l’aspetto estetico della componente visiva, l’utilizzo del bianco e del nero, l’utilizzo di numeri affiancati a primitive geometriche, nebulose simbolo di densità, fluttuanti e mutanti nel tempo, allontanano il punto di vista così da poterne apprezzarne l’insieme. I momenti in cui i colori si invertono o lampeggiano, evidenziano lo stato dell’attività in corso e la crisi a cui è sottoposto il sistema.

Sintonizzarsi con l’idea di progetto, stabilire i confini entro i quali esplorare affidandosi alla natura degli elementi essenziali

Questa performance esprime l’enorme complessità implicita dei grandi archivi digitali e tenta di ridurre tutto ai minimi termini. Trasmette il grado di intensità dell’attività a cui il sistema può essere soggetto, concedendo sporadici momenti di respiro, ma tutto si svolge in un turbine dove è facile perdere ogni riferimento esterno.

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