Sapete cosa sono gli spazi ibridi socioculturali? A Milano sono nati negli ultimi anni diversi spazi e modi per produrre welfare generativo, fare cultura e partecipare al rinnovamento di un patrimonio culturale materiale ed immateriale delle città in continua trasformazione. Una rete informale di realtà culturali milanesi, di spazi ibridi socioculturali, ha sentito la necessità di ritrovarsi (virtualmente e fisicamente) e confrontarsi, sia per mappare e conoscere la pluralità di servizi autorganizzati, parte di un welfare collaborativo di una città di prossimità, sia per far emergere le criticità nella gestione degli spazi che spesso si scontrano nella quotidianità con regolamentazioni obsolete e rigide che non accompagnano il cambiamento.
Dal 7 al 10 aprile, con workshop, seminari internazionali e passeggiate pubbliche, ci interrogheremo su che tipo di servizi al quartiere per una città di prossimità vengono restituiti? Che tipo di vision, dibattito pubblico e co-design di politiche per un welfare solidale è stato avviato con la Pubblica Amministrazione e gli Enti locali? Come viene misurato l’impatto socioculturale nella vostra città? Che tipo di indicatori di impatto?
Definiremo tentativamente un percorso di co-design e azioni e suggerimenti per politiche pubbliche, una “cassetta di attrezzi” per promuovere spazi adattabili, flessibili e inclusivi.
La rete informale SPAZI IBRIDI SOCIOCULTURALI Milano è stata avviata nel 2021 da: BASE Milano, Canottieri San Cristoforo mare culturale urbano Food hub, Casa degli Artisti, Cascina Cuccagna, Cascina Martesana, Cascina Merlata-mare culturale urbano Food hub, Cascinet, ciclofficina Pontegiallo, circolo Arci Bellezza, circolo Arci Biko, East River, Giardino Comunitario Lea Garofalo, il Cinemino, il Cortile delle Associazioni Niguarda, Lab barona- Repair cafè, la Scighera, mare culturale urbano, Nuovo Armenia, Olinda, Redo Santa Giulia-mare culturale urbano Food hub, Rob de Matt, SoulFood Forestfarms, Stecca3, Spirit de Milan, Terzo Paesaggio, ZONA K.
Immagine: Floating University Berlin, 2018, progetto raumlaborberlin, ©PierreAdenis.