40hz – Manifesto

dicembre 2024 - Ongoing

Francesco Piccolomini Naldi Bandini

Il Progetto di ricerca musicale 40Hz.

La Musica come intervento, dall’evidenza scientifica alla terapia.

Nel prossimo futuro, ci troveremo di fronte a una rivoluzione nel campo della terapia: l’ascolto della musica prescritta da medici come parte integrante di un protocollo terapeutico. Questa non è più una visione futuristica o una pratica alternativa, ma una possibilità concreta supportata dalla ricerca scientifica. Al Massachusetts Institute of Technology (MIT), gli scienziati hanno fatto una scoperta rivoluzionaria: determinate frequenze sonore possono avere effetti significativi e misurabili sul cervello umano, offrendo benefici per diverse condizioni, dall’Alzheimer alla fibromialgia, fino all’ansia.

Questa scoperta, pubblicata su Nature nel 2019 dal team del Prof. Li-Huei Tsai (https://www.nature.com/articles/s41586-019-1683-4), ha dimostrato come la stimolazione a 40 Hz possa ridurre significativamente le placche amiloidi nel cervello dei pazienti con Alzheimer. Successivamente, uno studio del 2021 pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease (https://content.iospress.com/articles/journal-of-alzheimers-disease/jad210058) ha confermato questi risultati, mostrando miglioramenti nella cognizione e nella memoria attraverso la stimolazione audio-visiva sincronizzata a 40 Hz.

La ricerca sugli effetti terapeutici delle frequenze sonore si è estesa ben oltre il MIT. Un team dell’Università di Toronto, guidato dal Dr. Michael Thaut, ha pubblicato su Brain Sciences (https://www.mdpi.com/2076-3425/12/2/249) uno studio che dimostra come specifiche frequenze possano modulare l’attività delle onde cerebrali, influenzando positivamente stati d’ansia e stress. Parallelamente, ricercatori dell’Università di Helsinki hanno documentato su Frontiers in Psychology (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2023.1131347/full) come determinate frequenze sonore possano migliorare la connettività neurale e ridurre i sintomi della fibromialgia.

L’ansia, un disturbo sempre più diffuso nella nostra società iperconnessa, va ben oltre la semplice preoccupazione. È uno stato mentale complesso caratterizzato da una difficoltà fondamentale: l’incapacità del cervello di gestire ed elaborare efficacemente gli stimoli esterni, sia a livello emotivo che cognitivo. Questa condizione porta a una sensazione destabilizzante di perdita di controllo, che può interferire significativamente con la vita quotidiana.

Il processo neurologico alla base dell’ansia è affascinante nella sua complessità. Quando il nostro cervello riceve un input dall’ambiente esterno, questo viene elaborato attraverso specifiche aree cerebrali mediante le sinapsi, le connessioni tra neuroni che formano la base della nostra attività mentale. Un cervello in uno stato di “chiarezza mentale” è capace di processare questi input in modo efficiente, creando connessioni neuronali stabili e funzionali. Tuttavia, quando il sistema viene sovraccaricato di stimoli o quando questi non vengono elaborati correttamente, si può verificare uno stato di disorganizzazione neurale che si manifesta come ansia.

Le terapie tradizionali per l’ansia hanno spesso fatto affidamento su approcci farmacologici che mirano a riequilibrare l’attività delle diverse aree cerebrali. Ma la ricerca del MIT ha aperto una nuova frontiera: l’utilizzo di frequenze sonore specifiche per migliorare l’equilibrio neurocognitivo. Questi studi hanno dimostrato che determinate frequenze possono influenzare direttamente l’attività cerebrale, promuovendo uno stato di maggiore chiarezza mentale e riducendo i sintomi dell’ansia.

Questa nuova frontiera terapeutica è supportata da un crescente corpo di evidenze scientifiche. Una meta-analisi pubblicata nel 2023 sul Journal of Clinical Medicine (https://www.mdpi.com/2077-0383/12/3/1075) ha esaminato 47 studi clinici, confermando l’efficacia delle terapie basate sulle frequenze sonore nel trattamento di disturbi neurologici e psichiatrici. Particolarmente significativo è lo studio longitudinale condotto presso l’Università di California San Francisco, pubblicato su Neuroscience & Biobehavioral Reviews (https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0149763421005042), che ha dimostrato come l’esposizione controllata a specifiche frequenze possa modificare l’attività delle onde gamma cerebrali, portando a miglioramenti misurabili nei sintomi dell’ansia.

Il Progetto 40Hz rappresenta un passo ulteriore in questa direzione. Mentre gli studi precedenti si sono concentrati principalmente sugli effetti di singole frequenze, il progetto, promosso dall’Atelier Musicale di Casa degli Artisti, esplora per la prima volta l’impatto della musica composita – un insieme armonioso di frequenze, tonalità, ampiezze, assonanze, consonanze e dissonanze. L’obiettivo è ambizioso: sviluppare protocolli terapeutici basati sulla musica in grado di essere prescritti come vere e proprie “ricette sonore” che possano affiancare le terapie tradizionali.

Questo studio pioneristico si avvale della supervisione scientifica del neuroscienziato Sasha d’Ambrosio, che ha sviluppato metodologie specifiche per l’analisi e la validazione dei dati raccolti. Il progetto gode inoltre del supporto di partner prestigiosi come Lifegate Radio, Rockit, Italia Music Lab, il Municipio 1 del Comune di Milano, Atelier Spazio Xpò e That’s Contemporary, che contribuiscono a creare una rete di competenze e risorse essenziali per il successo dell’iniziativa.

40Hz non è solo un progetto di ricerca: è un ponte tra arte e scienza, tra creatività e terapia, che potrebbe ridefinire il modo in cui concepiamo e utilizziamo la musica. In un futuro non troppo lontano, potremmo davvero trovarci a “prescrivere” album musicali come parte di un trattamento terapeutico, aprendo nuove possibilità nel campo della medicina non farmacologica e del benessere mentale.

Per una bibliografia completa e aggiornata, si consiglia di consultare:

INFORMAZIONI PRATICHE

La prima fase sperimentale del progetto, che anticiperà il lancio ufficiale previsto per aprile 2025, si terrà il 10 gennaio presso l’Atelier Musicale di Casa degli Artisti. Il duo sperimentale BaaB, composto da Filippo Cornaglia e Andrea de Carlo, dopo un mese di residenza artistica intensiva, presenterà due sessioni live di 20 minuti ciascuna, alle ore 20.00 e alle ore 21.00.

Registrati QUI per la sessione delle ore 20:00

Registrati QUI per la sessione delle ore 21:00

Durante queste sessioni, i partecipanti contribuiranno alla ricerca attraverso questionari pre e post esperienza, fornendo dati preziosi per la validazione scientifica del progetto.

 

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