OPEN CALL

Arimo – La Spoon River di Milano

4 APRILE — 4 GIUGNO 2024

deadline 4 Giugno 2024

Open call prolungata fino al 24/06/2024

Casa degli Artisti annuncia l’apertura della prima open call dedicata alla poesia “Arimo, La Spoon River di Milano”.

Il programma di residenza, ideato e curato da Luca Mastrantonio, insieme al gruppo curatoriale di Casa degli Artisti, avrà luogo presso gli atelier della Casa dal 23 settembre al 17 novembre 2024 e coinvolgerà alcune delle più importanti voci della poesia italiana contemporanea, tra le quali Vivian Lamarque, che sarà anche nel comitato di selezione. I nomi degli altri ospiti verranno resi noti sui canali della Casa degli Artisti. Le autrici e gli autori che hanno interesse a partecipare potranno presentare la propria candidatura dal 4 aprile al 4 giugno 2024.

Il progetto di residenza “Arimo, La Spoon River di Milano” porta la poesia dentro uno spazio di creatività condivisa, multidisciplinare e conviviale per far dialogare le poetesse e i poeti tra loro, con il pubblico, con la comunità di Casa degli Artisti, con la città.

Per questo progetto è stato scelto il formato di Spoon River Anthology, l’antologia americana di Edgar Lee Masters che con i suo epitaffi ha dato voce, con maschere molteplici, a una comunità fatta di vivi e di morti, che ha radici nell’antica Antologia Palatina, e ha ispirato cantautori come Fabrizio De André per l’album Non al denaro non all’amore né al cielo. Quest’opera sarà di ispirazione per chiederci: cosa è vivo e cosa è morto nella città “più viva” d’Italia? E ancora: la poesia, che sembra rinata tra social e slam poetry, che quasi scoppia di salute, quanto è realmente viva? Sa far parlare i morti? Spinge i vivi a mettersi in gioco?

La parola guida sarà “arimo”, usata nella Milano del Dopoguerra nei cortili, durante la ricreazione, nelle parrocchie, nei giardinetti, per fermare il tempo del gioco, una specie di “time out”. Ed è quello che faremo su Milano, con Milano, contro Milano, per Milano. Secondo alcuni, la parola viene da arae mortis, cioè gli altari dei morti che venivano eretti dopo una battaglia, per onorare i caduti. Per altri viene da alea mortis, con cui anticamente il giocatore di dadi dichiarava che il suo lancio era finito. Dio non gioca ai dadi, ma i poeti sì, dal Dada in giù, o in su, che sia l’eterno vagito di un fanciullino o lo squisito cadavere pescato da un sacchetto. Per noi andrà in entrambe le direzioni.

Poemetto o scherzetto? “Arimo” sarà una pausa creativa dall’euforia coatta di una metropoli che non vuole fermarsi mai, una pausa per onorare e profanare la sua memoria, la sua fantasia, per prendersi gioco di noi, sedicenti vivi, con l’allegria di Delio Tessa, che scrisse nell’occasione del Giorno dei Morti un corale inno alla vita, dando voce e dignità di sguardo anche ai più umili, altrimenti invisibili, inauditi. E lo scrisse in milanese, in barba all’idioma unico. L’è el dì di Mort, alegher! ci suggerisce che la rimozione della morte è anche rimozione della vitalità e che gli spazi di bellezza vanno difesi anche controcorrente.

Con la creazione e diffusione dell’Intelligenza Artificiale è stata lanciata una sfida alla capacità umana di leggere tra le righe, di scrivere sapendo alludere. La neolingua digitale dell’AI parla da sola, ha risorse infinite, può farci persino parlare con un personaggio storico che non abbiamo mai conosciuto o con una persona che non c’è più, usando la sua voce, come se fosse ancora viva. Ma può mettere becco nel nostro cuore? Può godersi quella fame di vita che il senso della fine stimola? La formula di Spoon River scelta per Arimo risveglierà i vivi dando voce ai morti, le cui voci non appartengono davvero ai morti, ma a chi li rimpiange, li condanna, li ama, li rianima. Agli esseri umani, non alle macchine.

Lo scopo del laboratorio è creare un gruppo di lavoro poetico, un’antologia vivente, fuori dalle bolle di una poesia che sembra non avere vie di mezzo tra la lettera morta, su carta, e il puro atto performativo di un rap senza musica, nei reading. I testi saranno il frutto di incontri con alcune/i maestre/i della parola e di un continuo lavoro di confronto all’interno del gruppo che trasformerà la residenza in una antologia vivente e aperta. Oltre gli incontri con le/i maestre/i, ristretti ai partecipanti della residenza, ci saranno incontri con poetesse/i, traduttrici/ori, scrittrici/ori, editrici/or e altre/i artiste/i della parola in altri ambiti, musicale e non solo, aperti a tutta la comunità di Casa degli Artisti. A fine residenza i testi verranno presentati al pubblico: letti, stampati, registrati e trasmessi con vari canali, dalla carta di giornale (come l’originale Spoon River di Edgar Lee Master) ad altri dispositivi poetici individuati e creati insieme alle autrici, agli autori e alle artiste e agli artisti coinvolti.

Le autrici e gli autori che hanno interesse a partecipare potranno presentare la propria candidatura entro il 4 giugno 2024 attraverso il form online:

FORM ONLINE

CLICCA QUI PER SCARICARE IL BANDO COMPLETO

Per maggiori informazioni sul bando scrivere a opencall@casadegliartisti.org.

COMITATO DI SELEZIONE

Vivian Lamarque (membro onorario), vive a Milano dove ha insegnato italiano agli stranieri e letteratura in istituti privati. Ha pubblicato Teresino (1981), Il signore d’oro (1986), Poesie dando del lei (1989), Il signore degli spaventati (1992), Una quieta polvere (1996). Nel 2002 la sua opera poetica è stata raccolta nell’Oscar Poesie 1972-2002. Vincitrice di numerosi premi, tra cui il Viareggio Opera Prima (1981), e il premio Strega Poesia (2023) con la raccolta L’amore da vecchia (Mondadori). Ha tradotto, tra gli altri, Valéry, Baudelaire, La Fontaine. Nel 2013 è uscito Gentilmente Milano, antologia di articoli pubblicati sul «Corriere della Sera».

Luca Mastrantonio è nato a Milano nel 1979. Giornalista e saggista, è stato assunto al Corriere della Sera nel 2011, dove è stato tra i fondatori dell’inserto La Lettura. Attualmente lavora al settimanale “7”, scrive di cultura e società, e cura la rubrica Ufficio poesie smarrite. Ha pubblicato racconti e poesie in antologie e riviste (Ogni maledetta domenica, minimumfax, a cura di Alessandro Leogrande, e Nuovi argomenti, Mondadori). Il suo ultimo saggio è Emulazioni pericoloseL’influenza della finzione sulla vita reale, Einaudi. Per Radio3 è tra i conduttori di Prima pagina. Insegna all’Università IULM di Milano e al Collegio Nuovo di Pavia.

Mattia Bosco, nato a Milano nel 1976 in una famiglia di pittori, vive e lavora tra Milano e le montagne dell’Ossola. In seguito a un corso di studi in Filosofia presso l’Università Statale di Milano, si dedica alla scultura, apprendendone le tecniche da una sperimentazione diretta dei materiali. Inizia dalla ceramica e approda a quello che a oggi appare senz’altro il suo materiale d’elezione: la pietra. Il suo lavoro comincia sempre nelle cave, dove la ricerca si dirige sugli scarti del lavoro estrattivo. La visione che sviluppa nel corso di più di un decennio lo porta a considerare la creazione artistica come un atto collaborativo tra il soggetto e l’oggetto, e a vedere una continuità tra l’idea e la materia, mettendo in questione la distinzione stessa tra Uomo e Natura. I suoi lavori sono stati esposti alla Triennale di Milano, al Museo Tinguely di Basilea, al Frieze Sculpture Park di Londra, e nel 2023/2024 si è tenuta la mostra personale Korai presso il Parco Archeologico del Colosseo a Roma.

 

INFORMAZIONI PRATICHE

La candidatura potrà essere presentata entro il 4 giugno 2024 attraverso il form online:

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Per maggiori informazioni sul bando scrivere a opencall@casadegliartisti.org.

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