Tommaso Di Dio

2024

poesia, letteratura e filosofia

Tommaso Di Dio (1982) vive e lavora a Milano. È autore di alcune raccolte di poesie, fra cui Tua e di tutti (Pordenonelegge-Lietocolle, 2014), Verso le stelle glaciali, (Interlinea 2020) e Nove lame azzurre fiammeggianti nel tempo (Scalpendi Editore, 2022) e Ardore (Nino Aragno, 2023). Si occupa di critica letteraria e traduzione. Fra i suoi lavori recenti, ha curato una riedizione de Il musicante di Saint-Merry di Vittorio Sereni (il Saggiatore, 2019), un’antologia della poesia italiana degli ultimi cinquant’anni, Poesie dell’Italia contemporanea (il Saggiatore, 2023) e ha scritto un volume sulla didattica della voce nella poesia, Voci (Scuola Holden, 2023, distribuito da «Il Corriere della Sera»). Ha curato la prima edizione italiana del classico americano La primavera e tutto il resto (Ibis, 2020) di W.C. Williams e una selezione di poesie con commento da Dylan Thomas (Giometti&Antonello, 2023). Dalla sua fondazione, insieme al filosofo Carlo Sini, è membro del comitato scientifico del laboratorio di filosofia e cultura Mechrí. Dal 2018 tra i curatori del progetto di poesia e arti visive Ultima. Collabora con l’Università IULM e con l’Università Statale di Milano nell’ideazione di laboratori di scrittura e lettura del testo di poesia contemporanea. Questo il suo sito: www.tommasodidio.it.

 

Tre libri di poesia più importanti per la propria formazione

Umana gloria di Mario Benedetti
Tema dell’addio di Milo De Angelis
Tiresia di Giuliano Mesa

 

Epitaffio

(A Paolo Borsellino, via Benedetto Marcello, Milano)

L’uomo teneva alzato il braccio
davanti alla grande magnolia. Era una festa
una ricorrenza del calendario
civile italiano; e molti parlavano. L’uomo aveva ricevuto
un fratello morto, un’esplosione grande
che aveva spaccato il giudice Paolo
faccia cemento e corpi, molti anni fa.
Ciò che non muore; e ciò che può morire. Trovo scritto
in un grande libro del passato. Ho sbagliato tutto.
Ho sbagliato tutto, ripeteva
l’uomo che teneva il braccio alzato. Ciò che muore
è ciò che muore. Qui
ogni cosa sta compressa; coagula caglia, aspetta
il punto vivo sangue tuo
dove trapassa. Occorre che tu la rifaccia
questa vita altrove.

Tommaso Di Dio

Tommaso Di Dio (1982) vive e lavora a Milano. È autore di alcune raccolte di poesie, fra cui Tua e di tutti (Pordenonelegge-Lietocolle, 2014), Verso le stelle glaciali, (Interlinea 2020) e Nove lame azzurre fiammeggianti nel tempo (Scalpendi Editore, 2022) e Ardore (Nino Aragno, 2023). Si occupa di critica letteraria e traduzione. Fra i suoi lavori recenti, ha curato una riedizione de Il musicante di Saint-Merry di Vittorio Sereni (il Saggiatore, 2019), un’antologia della poesia italiana degli ultimi cinquant’anni, Poesie dell’Italia contemporanea (il Saggiatore, 2023) e ha scritto un volume sulla didattica della voce nella poesia, Voci (Scuola Holden, 2023, distribuito da «Il Corriere della Sera»). Ha curato la prima edizione italiana del classico americano La primavera e tutto il resto (Ibis, 2020) di W.C. Williams e una selezione di poesie con commento da Dylan Thomas (Giometti&Antonello, 2023). Dalla sua fondazione, insieme al filosofo Carlo Sini, è membro del comitato scientifico del laboratorio di filosofia e cultura Mechrí. Dal 2018 tra i curatori del progetto di poesia e arti visive Ultima. Collabora con l’Università IULM e con l’Università Statale di Milano nell’ideazione di laboratori di scrittura e lettura del testo di poesia contemporanea. Questo il suo sito: www.tommasodidio.it.

 

Tre libri di poesia più importanti per la propria formazione

Umana gloria di Mario Benedetti
Tema dell’addio di Milo De Angelis
Tiresia di Giuliano Mesa

 

Epitaffio

(A Paolo Borsellino, via Benedetto Marcello, Milano)

L’uomo teneva alzato il braccio
davanti alla grande magnolia. Era una festa
una ricorrenza del calendario
civile italiano; e molti parlavano. L’uomo aveva ricevuto
un fratello morto, un’esplosione grande
che aveva spaccato il giudice Paolo
faccia cemento e corpi, molti anni fa.
Ciò che non muore; e ciò che può morire. Trovo scritto
in un grande libro del passato. Ho sbagliato tutto.
Ho sbagliato tutto, ripeteva
l’uomo che teneva il braccio alzato. Ciò che muore
è ciò che muore. Qui
ogni cosa sta compressa; coagula caglia, aspetta
il punto vivo sangue tuo
dove trapassa. Occorre che tu la rifaccia
questa vita altrove.

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