Rebecca Moccia

2020

arti visive

Rebecca Moccia nasce a Napoli nel 1992. Attualmente vive e lavora a Milano. Dopo essersi diplomata in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, nel 2014, si laurea in Storia e Critica d’arte all’Università Statale di Milano seguendo le ricerche sulle avanguardie brasiliane effettuate presso il MAC USP, Museo di Arte contemporanea dell’università di San Paolo (Brasile). Dal 2012 partecipa a numerose mostre collettive e personali tra cui: “L’intimità dell’immagine come luogo in comune” (2012), a cura di Gianni Caravaggio a ViaFarini, DOCVA; “Chaotic Passion” (2015) a cura di Anna Lovecchio e CHAN, Museo di arte contemporanea di Villa Croce a Genova; “Sempre più di questo” (2015), a cura di Lorenzo Bruni presso la galleria Massimodeluca di Venezia; “Substantial” (2016) con Ornaghi e Prestinari con il contributo di Ginevra Bria a “The Open Box a Milano”; Throwing Balls in the Air, Academiae Youth Art Biennale (2016) a cura di Christiane Rekade e Francesca Boenzi prezzo Franzenfeste; “Il disegno politico italiano” (2018) a cura di Aurora Fonda e Sandro Pignotti, Galleria AplusA, Venezia; “Cuore” (2019), a cura di Stefano Giuri presso Toast Project space a Firenze; “Catarifrangente” (2019), a cura di Jessica Bianchera presso Spazio Cordis, Verona; “Da qui tutto bene” (2019), a cura di Sergio Risaliti presso il Museo Novecento di Firenze; “Rest your Eyes” (2019), a cura di Gaspare Luigi Marcone presso la Galleria Mazzoleni, Torino.

Il progetto di Rebecca Moccia prevede un’istallazione site-specific nello spazio in cui era situato l’Archivio della Casa degli Artisti, nato nel 1991 per volontà di Jole de Sanna. Un lavoro relativo alla memoria, materiale del luogo che concretizzerà tracce visibili e invisibili degli elementi, dell’atmosfera, del paesaggio, degli umani, dei non umani, delle loro relative disposizioni e interazioni, attraverso un’analisi del quadro spaziale e del contesto temporale passato e presente di chi ha abitato la Casa. Ad oggi, la fase di ricerca basata sullo studio di fotografie e testi d’archivio, oltre che interviste, viene accompagna da osservazioni di condizioni spaziali, luminose e architettoniche dell’edificio ristrutturato.


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Rebecca Moccia

Rebecca Moccia nasce a Napoli nel 1992. Attualmente vive e lavora a Milano. Dopo essersi diplomata in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, nel 2014, si laurea in Storia e Critica d’arte all’Università Statale di Milano seguendo le ricerche sulle avanguardie brasiliane effettuate presso il MAC USP, Museo di Arte contemporanea dell’università di San Paolo (Brasile). Dal 2012 partecipa a numerose mostre collettive e personali tra cui: “L’intimità dell’immagine come luogo in comune” (2012), a cura di Gianni Caravaggio a ViaFarini, DOCVA; “Chaotic Passion” (2015) a cura di Anna Lovecchio e CHAN, Museo di arte contemporanea di Villa Croce a Genova; “Sempre più di questo” (2015), a cura di Lorenzo Bruni presso la galleria Massimodeluca di Venezia; “Substantial” (2016) con Ornaghi e Prestinari con il contributo di Ginevra Bria a “The Open Box a Milano”; Throwing Balls in the Air, Academiae Youth Art Biennale (2016) a cura di Christiane Rekade e Francesca Boenzi prezzo Franzenfeste; “Il disegno politico italiano” (2018) a cura di Aurora Fonda e Sandro Pignotti, Galleria AplusA, Venezia; “Cuore” (2019), a cura di Stefano Giuri presso Toast Project space a Firenze; “Catarifrangente” (2019), a cura di Jessica Bianchera presso Spazio Cordis, Verona; “Da qui tutto bene” (2019), a cura di Sergio Risaliti presso il Museo Novecento di Firenze; “Rest your Eyes” (2019), a cura di Gaspare Luigi Marcone presso la Galleria Mazzoleni, Torino.

Il progetto di Rebecca Moccia prevede un’istallazione site-specific nello spazio in cui era situato l’Archivio della Casa degli Artisti, nato nel 1991 per volontà di Jole de Sanna. Un lavoro relativo alla memoria, materiale del luogo che concretizzerà tracce visibili e invisibili degli elementi, dell’atmosfera, del paesaggio, degli umani, dei non umani, delle loro relative disposizioni e interazioni, attraverso un’analisi del quadro spaziale e del contesto temporale passato e presente di chi ha abitato la Casa. Ad oggi, la fase di ricerca basata sullo studio di fotografie e testi d’archivio, oltre che interviste, viene accompagna da osservazioni di condizioni spaziali, luminose e architettoniche dell’edificio ristrutturato.

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