Rebecca Agnes è nata nel 1978 a Pavia. Ha studiato all’accademia di belle arti di Brera di Milano, città in cui ha abitato fino al 2006, anno in cui si è trasferita a Berlino. Vive e lavora fra Milano e Berlino. Sue mostre personali presso Viafarini e Care/of a Milano. Galleria Davide Gallo (Milano e Berlino). Beo_Project a Belgrado. Fusion Art Gallery a Torino. Fra le mostre collettive: Ambasciata Italiana di Berlino, Kreuzberg Pavillion, Mica Moca, João Cocteau a Berlino. Bethon7 ad Atene. Assab One e Fabbrica del Vapore a Milano. Associazione Culturale dello Scompiglio (LU). Museo Marino Marini a Firenze. GC.AC Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone. CIAC Castello Colonna di Gennazzano, Roma. Centre Pompidou a Parigi. Fra le residenze: 2018 BoCs Art Cosenza. 2014 Beo_Project Residency, Belgrado. 2013 Habitat # 1, CLANG, Scicli, Sicilia. 2012 Generations, Sofia, Bulgaria. 2011“Mobility and Movement”, Byala Bulgaria. 2009 Advanced Course in Visual Arts. Fondazione Antonio Ratti. Como. 2005 Art/Lab, Isola San Servolo, Venezia. 2003 Centre International d’Accueil et d’Echange des Récollets, Parigi.
“L’arte è una forma di linguaggio, che non usa parole, ma immagini, un modo diverso di riflettere sul reale e di metterlo in discussione. Narrazione, memoria, cooperazione sono 3 parole chiavi che possono descrivere il mio lavoro. Usando diverse tecniche (disegno, ricamo, video) colleziono storie. Il mio lavoro si evolve dalla sovrapposizione della mia esperienza e voce con quella delle altre persone. La pluralità di prospettive è necessaria per accedere il reale e comprenderlo. Spesso altre persone sono direttamente coinvolte nel processo di realizzazione dei miei lavori. Raccolgo storie di altre persone, cercando di ampliare il mio punto di vista attraverso i punti di vista e le esperienze di altri. Mi interessa la narrazione, il significato di essa e la posizione del_la narratore_trice rispetto al racconto. Un altro punto di interesse nel mio lavoro è il rapporto con i luoghi. I posti sono privi di significato senza le persone che li abitano. Ci sono luoghi che sono reali e che possono essere visitati, e altri che non esistono più perché sono stati demoliti o abbandonati. Sono interessata a cercare di capire quali sono i luoghi che rimangono, e perché alcuni di quelli che sono scomparsi sono ancora presenti nella nostra memoria. Chi è a decidere il valore di un luogo specifico? Quali sono le ragioni di preservare alcuni luoghi e altri no? È solo una coincidenza? Come funziona l’uso di un luogo, cambia la sua funzione nel tempo? Altri luoghi esistono solo nella fantasia. La superficie della luna o le superfici dei pianeti del sistema solare sono sagomati più dall’immaginario che gira intorno a loro, che per l’osservazione scientifica.”