Nadir Daily

2023

arti visive

Nadir Daily nasce come reazione spontanea all’Open Call – Koinótes. É una realtà collettiva che parte dalla dualità come principio di comunanza, e nello specifico: Chiara Belardi e Alberto Groja. Il nome Nadir Daily nasce dal quotidiano fare – disfare di una nave da crociera sempre in movimento e senza punti di ancoraggio frequenti. Attraverso una dinamica che non rivendica i contributi di ciascuno, cercando di sfuggire a una polarizzazione dei ruoli, guardando all’informalità ed inseguendo il paradigma di ricerca della performance come curatela.

È partendo dalla curatela delle arti performative come campo di studi, e soffermandosi sulle zone adiacenti ai festival come zone di scambio multidisciplinare, che Nadir Daily intende avviare la propria metodologia di analisi. Esplorando ciò che sta intorno, il bar, le zone meno curate, quello che si pone come luogo di scambi, incontri e conversazioni. Attuando una “curatela timida” il collettivo tenta di analizzare gli spazi interstiziali, che si pongono tra l’autorevolezza e l’informalità . Maturando così l’interesse per un approccio ambientale che nasce dal desiderio di sviluppare le condizioni che permettano di mettere a punto architetture di pensiero teorico-critiche oblique, alternative, queer.


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Nadir Daily nasce come reazione spontanea all’Open Call – Koinótes. É una realtà collettiva che parte dalla dualità come principio di comunanza, e nello specifico: Chiara Belardi e Alberto Groja. Il nome Nadir Daily nasce dal quotidiano fare – disfare di una nave da crociera sempre in movimento e senza punti di ancoraggio frequenti. Attraverso una dinamica che non rivendica i contributi di ciascuno, cercando di sfuggire a una polarizzazione dei ruoli, guardando all’informalità ed inseguendo il paradigma di ricerca della performance come curatela.

È partendo dalla curatela delle arti performative come campo di studi, e soffermandosi sulle zone adiacenti ai festival come zone di scambio multidisciplinare, che Nadir Daily intende avviare la propria metodologia di analisi. Esplorando ciò che sta intorno, il bar, le zone meno curate, quello che si pone come luogo di scambi, incontri e conversazioni. Attuando una “curatela timida” il collettivo tenta di analizzare gli spazi interstiziali, che si pongono tra l’autorevolezza e l’informalità . Maturando così l’interesse per un approccio ambientale che nasce dal desiderio di sviluppare le condizioni che permettano di mettere a punto architetture di pensiero teorico-critiche oblique, alternative, queer.

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