Monia Ben Hamouda (Milano, 1991) è un’artista visiva italo-tunisina che lavora tra al-Qayrawan e Milano. Seguendo la convinzione che ogni individuo sia inestricabilmente legato al proprio albero genealogico e all’universo psicologico dei propri antenati, cerca di padroneggiare le proprie influenze in un paesaggio contemporaneo e in costante cambiamento. Nata in una comunità musulmana come figlia di un calligrafo islamico, naviga e si confronta con la sua eredità generazionale attraverso quello che lei stessa definisce un processo sciamanico – creando opere che agiscono come esorcismi gestuali delle aspettative poste su di lei dalla tradizione e dal presente politicizzato, traendo la loro forza dall’urgenza dell’espressione. Il suo linguaggio visivo, che si traduce in un’ampia gamma di approcci formali, è intriso di simbologia culturale e rituale. Ha conseguito un BFA all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ed è attualmente finalista del Premio Maxxi Bvlgari 2024.
È stata premiata con il Vordemberge-Gildewart Foundation Grant (2024), il Premio Fondazione Merz (2024), il Museion Audience Award (2024), il Pollock-Krasner Foundation Grant (2022), l’Italian Council for Contemporary Art (2023; 2024).
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche quali: MAXXI, Roma; FRAC Bretagne, Rennes; Museion, Bolzano; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; MACRO, Roma; FRAC Corsica, Corsica.