Luca Pozzi (1983) è artista visivo e mediatore interdisciplinare. Si laurea in Pittura e si specializza in Computer Graphics e Sistemi. Collabora con le comunità scientifche Loop Quantum Gravity (PI), il Compact Muon Solenoid (CERN) e il Fermi Large Area Telescope (INFN, NASA). Studia gravità quantistica, cosmologia e fisica delle particelle. Espone presso importanti musei e gallerie in Italia e all’estero e le sue opere sono parte di prestigiose collezioni pubbliche e private tra cui il Mart di Rovereto, il Mambo di Bologna, il MEF di Torino, il ministero degli affari esteri italiani La Farnesina, e l’Archive of Spatial Aesthetics and Praxis di New York. Realizza la serie fotografica “Supersymmetric Partner”, che documenta i suoi salti di fronte alle pitture rinascimentali di Paolo Veronese e sperimenta le tecnologie a levitazione elettromagnetica in opere dal sapore futuristico come “Schroedinger’s cat through Piero della Francesca infuence” (Museo Marino Marini, 2010); “9 Churches 9 Columns” (Moscow Biennale, 2011) e “The Star Platform” (Marrakech Biennale, 2012). Nel 2013 mette a punto il dispositivo di disegno di luce da remoto “Oracle” (DLD, Haus der Kunst, Monaco), del 2015 é la mostra “The Messengers of Gravity” (MEF, Torino), mentre del 2017 fa parte del progetto “Blazing Quasi-Stellar Object” al CERN di Ginevra. Nello stesso anno partecipa a “Documenta 14” come parte del collettivo “Eternal Internet Brotherhood” (Kassel). The Dark Collection Brera: ”Third Eye Prophecy, tra Giovanni Bellini (Madonna greca) e (Pietà)”. Scultura digitale, applicazione di realtà aumentata, dimensioni variabili, 2019.
“Nel 2005 ho realizzato la mia primissima mostra alla Casa Degli Artisti dove Luciano Fabro e i suoi allievi, Hidetoshi Nagasawa e Jole De sanna, mia docente di storia dell’arte all’accademia di Brera, organizzavano gruppi di discussione di cui capivo il 3%. E’ stato un periodo ricco di confronto, di continue sperimentazioni e sicuramente stimolante per la mia formazione che poi è evoluta in termini interdisciplinari e cross-generazionali. Questo il focus del mio ritorno, la riattivazione di una rete connettiva aperta, fatta di dialogo, correlazioni a distanza e salti temporali. Per me la Casa degli Artisti prima di essere uno spazio architettonico è uno spazio mentale è un limbo dove si immagina l’improbabile e ci si relazione con la diversità, è una dimensione che ci rende consapevoli che la ricerca non è mia e non è tua, ma è di tutti i presenti, i passati e i futuri. Il linguaggio non è di nessuno, ma emerge grazie a chiunque sia in grado di capirne i messaggi.” Luca Pozzi è artista visivo e mediatore interdisciplinare. Ispirato dai mondi dell’arte, della fisica, della cosmologia multi-messaggera e dell’informatica, converte la ricerca teorica in una serie di installazioni ibride caratterizzate da sculture magnetiche, oggetti in levitazione, disegni di luce e un uso performativo della fotografia basata su una strana sensazione di tempo congelato e multi-dimensionalità.”