Giuseppe Nibali

2024

poesia, letteratura e filosofia

Giuseppe Nibali è nato a Catania nel 1991. Si è laureato in Lettere Moderne e in Italianistica a Bologna. Giornalista Pubblicista, è direttore responsabile di Poesia del nostro tempo e curatore del progetto Ultima. Collabora con Le Parole e le cose, Minima & Moralia, Il Foglio e con il magazine Treccani. Ha pubblicato le raccolte di poesia Scurau (Arcipelago Itaca, 2021) ed Eucariota (Pordenonelegge /Samuele Editore, 2023). Animale (Italo Svevo Edizioni, 2022) è il suo primo romanzo. Dal 2023 è direttore editoriale della collana di poesia “Apnea”, edita da Mar dei Sargassi edizioni.

 

Tre libri di poesia importanti per la propria formazione

Mattoni per l’altare del fuoco di Alessandro Ceni
Millimetri di Milo De Angelis
Pitture nere su carta di Mario Benedetti

 

Epitaffio 

Al conte Ruggero D’Altavilla.

Già nel sepolcro
le labbra sigillano
un sorriso di Muratti
due giostre – più sotto – di legno nel legno smarrite
un primordio un addio
sta stretta lì la croce
la manna atroce
dentro un buco di ciliegio.
Si schiude in silenzio
la sala che ha aspetto
del vento di Zante
un punto è la fede riflessa sul vetro.
Gl’occhi d’aedo coperti di morte.

 

Giuseppe Nibali

Giuseppe Nibali è nato a Catania nel 1991. Si è laureato in Lettere Moderne e in Italianistica a Bologna. Giornalista Pubblicista, è direttore responsabile di Poesia del nostro tempo e curatore del progetto Ultima. Collabora con Le Parole e le cose, Minima & Moralia, Il Foglio e con il magazine Treccani. Ha pubblicato le raccolte di poesia Scurau (Arcipelago Itaca, 2021) ed Eucariota (Pordenonelegge /Samuele Editore, 2023). Animale (Italo Svevo Edizioni, 2022) è il suo primo romanzo. Dal 2023 è direttore editoriale della collana di poesia “Apnea”, edita da Mar dei Sargassi edizioni.

 

Tre libri di poesia importanti per la propria formazione

Mattoni per l’altare del fuoco di Alessandro Ceni
Millimetri di Milo De Angelis
Pitture nere su carta di Mario Benedetti

 

Epitaffio 

Al conte Ruggero D’Altavilla.

Già nel sepolcro
le labbra sigillano
un sorriso di Muratti
due giostre – più sotto – di legno nel legno smarrite
un primordio un addio
sta stretta lì la croce
la manna atroce
dentro un buco di ciliegio.
Si schiude in silenzio
la sala che ha aspetto
del vento di Zante
un punto è la fede riflessa sul vetro.
Gl’occhi d’aedo coperti di morte.

 

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