Camilla Alberti

2020

arti visive

Camilla Alberti nasce a Milano nel 1994. Ha conseguito il diploma di II livello in Arti Visive e Studi Curatoriali presso NABA. Lavora come artista visuale sulle modalità attraverso cui il mondo viene costruito e abitato ponendo attenzione sulle relazioni tra le differenti specie viventi e lo spazio che le circonda. Esposizioni recenti: “Neuro_Revolution, MLZ Art Dep”, Trieste (2020); “Agli scultori giovani”, Villa Necchi (2019); “Swamp School”, Padiglione Lituano, Biennale di Architettura Venezia (2018); “Questions on the living”, Aa29 Project Room (2018). Residenze: Neuro_Revolution di Air Trieste (2019); Casa degli Artisti, Milano (2020).

La ricerca artistica di Camilla Alberti riflette sul concetto di costruire mondi, i sui ruoli e le relazioni che ogni abitante/costruttore, umano e non umano, definisce con il suo stare al mondo. Abitare e costruire non fanno riferimento soltanto alla condivisione dello spazio, ma anche alle diverse scale temporali. Ogni oggetto, ogni progetto non è limitato alla specie che lo crea ma si perpetua oltre il tempo del costruttore. Lo spazio si trasforma, per qualcuno è una casa, per altri una rovina da abbandonare. Parlare di rovine significa quindi descrivere ciò che abitiamo costantemente e non soltanto agglomerati di cemento sgretolati in un bosco (M. Augé). Camilla Alberti utilizza materiali abbandonati perché sono ciò che maggiormente sfugge alla solitudine.

L’abbandono sancisce l’annullamento di ogni confine o appartenenza trasformando queste aree in spazi di costruzione attiva dove ogni specie lavora assiduamente ponendo in dialogo metodi costruttivi differenti. La ricerca artistica si pone l’obiettivo di definire un immaginario pronto ad accogliere i nuovi miti del futuro volti alla ricostruzione di un contratto urbano che tenda verso la definizione di un “leviatano multispecie”. Attraverso scultura, pittura e installazione costruisce micromondi in cui l’ibridazione e la collaborazione inter-specie diventano una costante.


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Camilla Alberti

Camilla Alberti nasce a Milano nel 1994. Ha conseguito il diploma di II livello in Arti Visive e Studi Curatoriali presso NABA. Lavora come artista visuale sulle modalità attraverso cui il mondo viene costruito e abitato ponendo attenzione sulle relazioni tra le differenti specie viventi e lo spazio che le circonda. Esposizioni recenti: “Neuro_Revolution, MLZ Art Dep”, Trieste (2020); “Agli scultori giovani”, Villa Necchi (2019); “Swamp School”, Padiglione Lituano, Biennale di Architettura Venezia (2018); “Questions on the living”, Aa29 Project Room (2018). Residenze: Neuro_Revolution di Air Trieste (2019); Casa degli Artisti, Milano (2020).

La ricerca artistica di Camilla Alberti riflette sul concetto di costruire mondi, i sui ruoli e le relazioni che ogni abitante/costruttore, umano e non umano, definisce con il suo stare al mondo. Abitare e costruire non fanno riferimento soltanto alla condivisione dello spazio, ma anche alle diverse scale temporali. Ogni oggetto, ogni progetto non è limitato alla specie che lo crea ma si perpetua oltre il tempo del costruttore. Lo spazio si trasforma, per qualcuno è una casa, per altri una rovina da abbandonare. Parlare di rovine significa quindi descrivere ciò che abitiamo costantemente e non soltanto agglomerati di cemento sgretolati in un bosco (M. Augé). Camilla Alberti utilizza materiali abbandonati perché sono ciò che maggiormente sfugge alla solitudine.

L’abbandono sancisce l’annullamento di ogni confine o appartenenza trasformando queste aree in spazi di costruzione attiva dove ogni specie lavora assiduamente ponendo in dialogo metodi costruttivi differenti. La ricerca artistica si pone l’obiettivo di definire un immaginario pronto ad accogliere i nuovi miti del futuro volti alla ricostruzione di un contratto urbano che tenda verso la definizione di un “leviatano multispecie”. Attraverso scultura, pittura e installazione costruisce micromondi in cui l’ibridazione e la collaborazione inter-specie diventano una costante.

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