Alice Bescapè

2023

arti performative

Attrice, performer e formatrice di Milano, si laurea in Filosofia (2003) presso l’Università degli Studi di Pavia, dove studia anche teatro sociale e di comunità. Dopo l’incontro con il teatro attraverso la pedagogia russa, intensifica lo studio di quest’arte frequentando la Scuola di Teatro Arsenale di Milano (2008). Segue molte formazioni di danza contemporanea italiana.
Diventa assistente di Iwan Brioc (UK) nei progetti italiani legate alla CoArts (Context Oriented Arts- dal 2004) e dal 2010 inizia a sviluppare le interviste performative, una tipologia di intervento di arte relazionale per indagare tematiche sociali ed esistenziali, vincendo una borsa di produzione della Fondazione Milano e collaborando successivamente con diversi comuni e con la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Al termine di questa esperienza fonda il collettivo precipitazioni (2015), attivo principalmente nella cocostruzione di narrazioni immaginifiche con gli abitanti di contesti rurali o periferici.
In parallelo è arriva come formatrice che utilizza tecniche mutuate dalle arti dal vivo in contesti educativi, sociali, universitari per portare persone e gruppi ad una consapevolezza della propria performatività naturale. Ultimamente si interesse del rapporto tra teatro ed apprendimento, promuovendo un approccio creativo e maieutica al sapere.
Negli ultimi anni partecipa a Immaginarie esplorazioni, un progetto del film collettivo (In)habits sull’abitare condiviso a Milano (2016); produce insieme ad Agave Teatro Città Futura, commissionato da Armunia Teatro il cui percorso è raccontato nel libro Col vento di terra il mare va al contrario (2022) e  collabora con l’associazione Mirmica nello sviluppo di Campi sensibili, un’esplorazione di spazi naturali in contesti urbani attraverso pratiche somatiche di gruppo per la direzione artistica di Flora Vannini e Raffaele Rezzonico.
“L’incontro e lo scambio sono fondamentali per nutrire l’indagine e il mio interesse rispetto ai temi dello spazio, delle relazioni e della performatività, elementi costanti e integrabili con altri fuochi di attenzione a seconda dei contesti e degli inviti”.


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Alice Bescapè

Attrice, performer e formatrice di Milano, si laurea in Filosofia (2003) presso l’Università degli Studi di Pavia, dove studia anche teatro sociale e di comunità. Dopo l’incontro con il teatro attraverso la pedagogia russa, intensifica lo studio di quest’arte frequentando la Scuola di Teatro Arsenale di Milano (2008). Segue molte formazioni di danza contemporanea italiana.
Diventa assistente di Iwan Brioc (UK) nei progetti italiani legate alla CoArts (Context Oriented Arts- dal 2004) e dal 2010 inizia a sviluppare le interviste performative, una tipologia di intervento di arte relazionale per indagare tematiche sociali ed esistenziali, vincendo una borsa di produzione della Fondazione Milano e collaborando successivamente con diversi comuni e con la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Al termine di questa esperienza fonda il collettivo precipitazioni (2015), attivo principalmente nella cocostruzione di narrazioni immaginifiche con gli abitanti di contesti rurali o periferici.
In parallelo è arriva come formatrice che utilizza tecniche mutuate dalle arti dal vivo in contesti educativi, sociali, universitari per portare persone e gruppi ad una consapevolezza della propria performatività naturale. Ultimamente si interesse del rapporto tra teatro ed apprendimento, promuovendo un approccio creativo e maieutica al sapere.
Negli ultimi anni partecipa a Immaginarie esplorazioni, un progetto del film collettivo (In)habits sull’abitare condiviso a Milano (2016); produce insieme ad Agave Teatro Città Futura, commissionato da Armunia Teatro il cui percorso è raccontato nel libro Col vento di terra il mare va al contrario (2022) e  collabora con l’associazione Mirmica nello sviluppo di Campi sensibili, un’esplorazione di spazi naturali in contesti urbani attraverso pratiche somatiche di gruppo per la direzione artistica di Flora Vannini e Raffaele Rezzonico.
“L’incontro e lo scambio sono fondamentali per nutrire l’indagine e il mio interesse rispetto ai temi dello spazio, delle relazioni e della performatività, elementi costanti e integrabili con altri fuochi di attenzione a seconda dei contesti e degli inviti”.

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