Atefeh Khas – Henna Party

L’henné, un colorante naturale derivato dalle foglie della pianta dell’henné, è stato parte integrante delle tradizioni culturali per secoli e “Henna Party” mira a esplorare la storia, il significato culturale e le applicazioni contemporanee dell’henné come forma di body art

L’arte dell’henné ha radici storiche profonde – le sue origini risalgono all’antico Egitto e al Medio Oriente – e viaggia verso l’Europa lungo le storiche rotte commerciali che collegavano l’Asia e l’Europa. Man mano che mercanti e viaggiatori percorrevano queste rotte, portavano con sé non solo merci ma anche pratiche culturali e l’henné, con il suo uso nelle cerimonie e celebrazioni e per la body art, divenne parte dello scambio culturale.

In molte culture l’henné svolge un ruolo significativo in varie cerimonie e celebrazioni e la fascinazione europea per le tradizioni esotiche e per questa forma d’arte unica portarono all’adozione dell’henné in varie società europee. Anche se potrebbe non avere lo stesso significato storico e religioso che ha nelle culture asiatiche, l’henné guadagna popolarità come forma di body art temporanea, in particolare durante il XIX e XX secolo. Questa connessione interculturale evidenzia come le tradizioni possano trascendere i confini geografici e diventare espressioni condivise di creatività e bellezza.

 

“Henna Party” series: Un progetto sulla Body Art tradizionale e le sue applicazioni moderne

Atefeh Khas lavora alla serie “Henna Party” da più di 10 anni. Durante un viaggio nel sud dell’Iran nel 2010 ha iniziato il primo lavoro di fotografia e video arte incentrato sull’uso dell’hennè nelle cerimonie. Questo l’ha portata a scoprire che l’henné, come materiale culturale, funge da ponte tra le culture mediorientali, dei paesi arabi e del Nord Africa. 

Le donne appartenenti a queste culture usano l’henné non solo per decorare i loro corpi, ma anche come mezzo per trasformare segretamente i corpi delle altre donne, come se fossero tele da dipingere. È importante notare che dopo che il corpo è stato dipinto, viene solitamente coperto dai vestiti e i disegni dell’henné rimangono nascosti. 

Da questa pratica sorge la domanda: qual è il ruolo della censura nella pittura con l’henné? Forse, concentrandoci sulla parola chiave “censura”, possiamo essere guidati verso il significato di “libertà”. Se consideriamo la pittura con l’henné come “libertà” e l’abbigliamento come “censura”, possiamo avviare un dialogo tra questi due concetti.

Inoltre, sorgono altre domande: Dovremmo chiamare l’henné un materiale miracoloso? Perché l’henné viene tradizionalmente usato per dipingere sui corpi umani? Possiamo considerare l’henné un mezzo attraverso il quale le donne descrivono e scoprono i loro corpi?

 

Durante la residenza a Casa degli Artisti, Atefeh Khas realizzerà una performance collettiva insieme ad artisti locali o internazionali per creare una quarta parte della serie “Henna Party” focalizzata sulla connessione dell’henné con l’Europa. In base alle possibilità che si presenteranno, la performance collettiva potrà espandersi. 

Un’opera d’arte dal vivo sarà sviluppata attraverso il dialogo con artisti, curatori e visitatori, creando sinergia con la realtà produttiva della città. In questa performance collettiva, vorrei chiedere all’artista/gli artisti (come europei) come percepiscono il contesto dell’henné. Hanno qualcosa di simile nella loro cultura? Come possiamo comunicare attraverso il linguaggio del corpo usando l’henné? 

La mostra finale sarà composta da due parti: foto e video dei progetti passati e nuove opere create durante la residenza.

Uno dei video si intitola “Burqa” (2015) e documenta la performance nel villaggio di Salakh, sull’isola di Qeshm nel sud dell’Iran, per cui ha chiesto alle donne locali di cantare i canti tradizionali del villaggio eseguiti durante i matrimoni e le cerimonie di Henna Bandan. Ha poi commissionato a un fabbro la realizzazione di un burqa di ferro e chiesto a Zinat Daryaei di metterlo sul viso dell’artista e poi di disegnare sulle sue mani con l’henné. Zinat è stata la prima donna a rimuovere il burqa nel villaggio di Salakh e in questa performance le è stato chiesto di fare il contrario di ciò che aveva fatto prima. 

Un’altra video performance che ha realizzato è intitolata “Wedding Night” (India, 2018). È una performance collaborativa con Tejashree Khanilkar durante la quale Atefeh le ha chiesto di dipingere il suo corpo come fanno per le spose indiane. Mentre Tejashree dipingeva, le raccontava aspetti della sua vita personale.

Il terzo video è “Write ‘Freedom'” (Marsiglia, Francia, 2019), realizzato con Khadija Elabyad dal Marocco, e riprende la performance durante la quale hanno scritto la parola “libertà” sui rispettivi corpi: Khadija ha scritto “libertà” nella sua lingua (arabo) ثقل sul corpo di Atefeh, e Atefeh ha scritto “libertà” nella sua lingua (persiano) آزادی sul corpo di Khadija.

Inoltre, saranno esposte alcune foto dei suoi esperimenti artistici sul tema dell’henné, come “From Henna Party Series, Hormuz Island, Iran, 2011” e “From Henna Party Series, Hormuz Island, Iran, 2010”. 

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